Perché il mio sapone è sempre gelatinoso? E come posso evitarlo?

Un’altra domanda frequente, tornata a galla proprio di recente su sapone, mailing list dei saponai che parlano italiano.

In risposta, c’è chi punta il dito sugli errori nella formulazione della ricetta; chi invece raccomanda soluzioni di ispirazione industriale, che prevedono l’aggiunta di ingredienti speciali.

Ma anche qui, la risposta dipende innanzitutto dai motivi che ci hanno portato a far sapone. E vale sempre la pena di fermarsi a chiedersi perché lo facciamo.

Per me, far sapone è, nello stesso tempo, ricerca di un sano benessere e un modo per rendermi indipendente dalle “logiche di mercato” – espressione che detesto, ma che esprime bene e in sintesi la catena di interessi, strategie ed eventi che ha portato alla globalizzazione, alla crisi economica, ai nuovi schiavi e a tutte le malattie economiche (e, di riflesso, sociali) che ci affliggono.

In altre parole, la mia scelta di far sapone parte dal desiderio di una vita più sana in tutti i sensi, a 360 gradi -non soltanto per me, ma per “il mondo” nella sua interezza.

Per questo, non mi basta scegliere una ricetta qualunque, trovata non importa dove, né seguire le mode che dilagano sui media (social e non).

Per questo, la mia scelta di far sapone implica, a monte, scelte etiche sui singoli ingredienti e persino sui metodi che seguo. Scelte molto più facili di quanto non sembrino, perché stanno alla base del mio desiderio di far sapone e lo “formano”… automaticamente 🙂

Nello specifico, anche il metodo che seguo per avere saponi sempre di buona consistenza è molto semplice: basta infatti seguire buone pratiche di preparazione e rispettare i tempi di stagionatura e di asciugatura. Suggerimenti che si trovano, ampiamente documentati, nel manuale scritto a quattro mani con Patrizia, Il tuo sapone naturale.

In sintesi, poiché i miei saponi hanno sempre almeno l’85% di olio di oliva:

  1. Uso generalmente il metodo ad acqua ridotta.
  2. Mi assicuro che le temperature di miscela siano tali da garantire una buona “fase del gel”.
  3. Lascio stagionare il sapone almeno 8 settimane prima dell’uso. E se invece di 8 settimane aspetto 6 mesi o anche un anno… lo trovo sempre migliore: più delicato, più ricco di schiuma, meno bavoso!
  4. Tengo a portata di mano due o tre pezzi di sapone per volta, appoggiati su portasaponi “a istrice”, e li lascio asciugare completamente tra una lavata di mani e l’altra.

Tutto qui, senza bisogno di arrovellarsi per trovare ingredienti speciali o formule garantite da calcoli “scientifici”.

Provare per credere! 🙂

I tuoi saponi naturali: 77 ricette per persona, casa, animali domestici

Sapone fai-da-te: I tuoi saponi naturali. 77 ricette per l'igiene della persona, della casa e degli animali domestici. Saponette, shampoo solidi, saponi liquidi, saponi decorativi, saponi da barba, detersivi ecofelici

77 ricette dall’esperienza di Patrizia e Marina

 

Il libro che non c’era, adesso c’è! Dopo la quarta edizione del manuale più completo per il sapone autoprodotto, esce finalmente la prima raccolta di ricette di sapone per tutti i gusti e per tutti gli usi.

Leggete l’annuncio sul nostro blog a quattro mani su garzena-tadiello.com.

Scoprite tutti i particolari del libro sulla pagina dedicata a I tuoi saponi naturali su Vivere naturalmente.net.

Calcolare il volume degli stampi

A volte ci chiedono, come si calcola il volume dello stampo – o per converso, quanto sapone devo fare per riempire il mio stampo?

Anche qui, ci sono almeno due risposte possibili – una un po’ approssimativa, ma funzionale; e una più precisa, ma più complessa e laboriosa da applicare.

Cominciamo con la risposta semplice. Chi fa sapone sa (empiricamente) che la pasta di sapone fresca è un po’ più pesante dell’acqua. Ciò significa che lo spazio occupato dalla pasta di sapone sarà un po’ inferiore allo spazio che occuperebbe lo stesso peso di acqua.

Pertanto, se volete assicurarvi che la vostra pasta di sapone sia sufficiente e stia negli stampi che volete usare, dovrete per prima cosa calcolare il peso totale degli ingredienti in ricetta. Pesate poi in un recipiente qualsiasi altrettanta acqua e versatela negli stampi: facile, no?

Per la risposta “scientifica”, dovrete calcolare individualmente il volume dei singoli ingredienti in base al loro peso specifico. Confronterete poi la somma dei volumi col volume degli stampi che intendete usare.

Se scegliete il metodo “scientifico”, fate riferimento ai vostri libri per i calcoli – e tenete presente che, per effetto del calore, la pasta del sapone a freddo può aumentare di volume durante la fase del gel. Calcolate quindi un margine di sicurezza per essere certi che la pasta di sapone non fuoriesca dagli stampi.

Il tuo sapone naturale: quarta edizione

Il tuo sapone naturale: metodi e consigli pratici (metodi, ingredienti, ricette)

tutto nuovo, a partire dalla copertina!

 

È uscita la quarta edizione del manuale più completo per il sapone autoprodotto, completamente rivisto nella struttura e aggiornato nei contenuti.

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Temperature di miscela

Qualcuno ogni tanto ci chiede come mai consigliamo di unire la soluzione caustica ai grassi a determinate temperature, e perché suggeriamo di regolare le temperature degli ingredienti in modo che la soluzione caustica sia sempre di qualche gradi più bassa di quella dei grassi.

Ecco la risposta breve: si tratta di un consiglio basato sull’esperienza comune, nato dall’osservazione empirica che il fenomeno del vulcano si verifica (molto) più di frequente quando la soluzione di NaOH è troppo calda. A margine, è proprio questa la ragione che ci spinge a consigliare i metodi tutto a freddo e ad acqua ridotta come evoluzioni che richiedono un’esperienza (di prima mano) già consolidata col metodo a freddo di base.

Risposta lunga… a beneficio degli “scienziati” del sapone fatto in casa 🙂

Nel 2004 e nel 2006, con le prime edizioni dei nostri libri, il concetto di avere la soluzione caustica alla stessa o a una più bassa temperatura dei grassi era stato ripreso dalle fonti allora disponibili (Cavitch, Coss, Miller) e confermato dalle verifiche effettuate da centinaia di iscritti alle comunità di allora, le mailing list quali Sapone (in italiano), Soap Naturally, Hot Soap, UK Soaping (in inglese). Non avendo prove in contrario di prima mano, non abbiamo avuto ragione di cambiare quel consiglio – e questo, anche quando comparve il concetto del metodo tutto a freddo. Peraltro, quest’ultimo sfrutta il calore della soluzione caustica per sciogliere dei grassi solidi, cosa che potrebbe abbassare più rapidamente la temperatura della miscela – se qualcuno fosse interessato, non sarebbe difficile verificarlo “scientificamente”.

Per esperienza diretta, ho invece verificato di prima mano quel che succede aggiungendo la soluzione caustica senza preoccuparmi delle temperature. Ho ripetuto l’esperimento diverse volte e, guarda caso, ho avuto più spesso il problema di trovarmi con una pasta di sapone quasi solida prima ancora di poter aggiungere eventuali additivi. Coincidenza? Colpa dei grassi usati? Anche qui… chi vuole può fare le verifiche “scientifiche” del caso. Rimane tuttavia il fatto che, se aggiungo la soluzione caustica quando la sua temperatura è inferiore a quella dei grassi, ho sempre meno problemi… e non mi capita di dover “cazzuolare” il sapone a freddo negli stampi!!! (facendo salve le eccezioni dei saponi che usano ingredienti notoriamente “ammassanti”)

Per quanto mi possa incuriosire, non mi sembra essenziale svolgere altri esperimenti per “giustificare” un’affermazione che ha solo valore indicativo (non “normativo”), e che si basa su esperienze dirette e motivi ragionevoli, verificati e condivisi anche da altri autori.

Lascio pertanto il campo aperto (e spazio su questo blog per pubblicare i risultati) a chi volesse cimentarsi nella dimostrazione “scientifica” del perché si preferisce che la soluzione caustica sia un pochino più fredda dei grassi.

Si parla anche di sapone!

MInventoUnLavoro-cover

Da Giulia Settimo, giornalista e scrittrice, il manuale più attuale e stimolante dell’estate 2013: M’invento un lavoro, pubblicato da RED. Grandissima risposta alla tendenza dellefrigne e dei piagnistei, che sembra caratterizzare una grossa fetta dei “movimenti” venuti su con la spinta dei social media.

Riporto dalla scheda di presentazione:

M’invento un lavoro

Piccola guida per trovare nuove opportunità

M’invento un lavoro è il risultato del viaggio che Giulia Settimo, scrittrice e giornalista, ha intrapreso tra le giovani realtà imprenditoriali nate da menti e persone che sono riuscite a mettersi in gioco e a vincere la paura del momento. Continue reading

Sapone naturale autoprodotto: riferimenti e glossario

Rimandiamo a questa pagina per informazioni generali e spiegazioni dei termini tecnici che usiamo nei vari articoli del blog.

Sugli argomenti di fondo, va fatto riferimento ai nostri libri:

  1. Il tuo sapone naturale: metodi e consigli pratici: il manuale che descrive tutti gli ingredienti e riporta, passo per passo, tutte le tecniche più moderne per il sapone autoprodotto per tutti gli usi.
  2. I tuoi saponi naturali: 77 ricette per la persona, la casa, gli animali domestici: le nostre ricette preferite per saponette, shampoo solidi, saponi liquidi, saponi decorativi, saponi da barba, detersivi ecofelici.

In coda al manuale Il tuo sapone naturale: metodi e consigli pratici, troverete un glossario dettagliato del gergo tecnico dei saponieri.

Per informazioni sulle risorse disponibili sul Web, vi rimandiamo al portale Vivere naturalmente.net: autoproduzione, decrescita, consumo responsabile. Risorse e suggerimenti per vivere in maniera etica, sostenibile, felice e frugale.

Dove comprare i grassi animali

Dove si comprano i grassi animali?
In Italia, si può acquistare strutto (grasso di maiale) già pronto. Non si trovano però in commercio (al dettaglio) né la sugna, che è il grasso che circonda il rene dei bovini, né altri grassi di animali da macello diversi dal maiale.
Per questi, potete chiedere al vostro macellaio di tenere da parte la sugna e l’altro grasso di scarto dalle carni. Con gentilezza, e magari offrendo una piccola cifra al chilo per il disturbo, chiedete al macellaio di tritare il grasso per semplificare le operazioni di purificazione. Se necessario, verificate anche che vengano tenuti separati il grasso bovino da quello ovino.

Purificare i grassi: il metodo di Marina

In passato, ho inviato diversi messaggi alla lista dei saponai per illustrare il mio metodo di purificazione di oli e grassi che potrebbero impartire al sapone odori sgradevoli. Lo riporto anche qui a beneficio di tutti gli interessati.

Grassi animali e oli di frittura andrebbero “purificati” prima di trasformarli in sapone.

L’operazione richiede una cottura abbastanza lunga e un periodo di raffreddamento consistente. Per evitare sprechi di tempo e di combustibili, conviene mettere in programma la purificazione dei grassi nelle stagioni fresche/fredde (autunno, inverno) e prevedere di lavorare su quantitativi di grassi/oli di almeno un chilo per tipo. Ricordate di non mescolare grassi di diversa provenienza (bovino, ovino, diversi grassi vegetali) per evitare problemi coi valori di saponificazione.

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Sapone al burro

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sapone al burro

Ecco un sapone al burro che ho preparato per usi domestici. Compatto, schiumoso e pulente al punto giusto, consiglio di non aggiungere profumi ne’ altri additivi perché funziona bene anche come base di sapone da rilavorare.
Le dosi della ricetta sono:

  • 90% olio di oliva o di sansa
  • 10% burro chiarificato
  • NaOH senza sconto
  • acqua = NaOH / 2 x 3

Il metodo è il solito a freddo, descritto in dettaglio sul sito di Patrizia: Come Fare il Sapone. Come sempre, raccomando di lavorare con almeno 1 chilo di grassi; in questo caso, le quantità minime saranno pertanto 900 grammi di olio di oliva e 100 grammi di burro chiarificato.