Il sapone di Natale: due esperimenti in una ricetta

Sapone di Natale completo

Il Girotondo di Natale organizzato dagli iscritti al gruppo Facebook “Il mio sapone” mi ha dato l’occasione per creare una nuova ricetta in cui ho voluto sperimentare la combinazione girasole + cocco come base per inserti di piccole dimensioni.

Il primo passaggio è stato proprio quello di creare gli inserti. A questo scopo ho preparato un sapone a freddo usando il 40% di olio di cocco e il 60% di olio di girasole con uno sconto soda del 4%. Ho scelto un grasso saturo da cui si ottengono saponi che induriscono in fretta e l’ho combinato con un olio polinsaturo che produce saponi plastici e morbidi per riuscire ad ottenere un impasto che fosse pronto da tagliare dopo poche ore, ma che non si sbriciolasse o si appiccicasse agli stampini. Ho versato la pasta di sapone in uno stampo rettangolare e l’ho lasciata riposare coperta per 18 ore. Poi l’ho sformata, l’ho lasciata asciugare per un’oretta e l’ho tagliata con delle formine per biscotti.

Gli inserti

Gli inserti

Trascorse 24 ore, ho preparato il resto della ricetta. La base in cui ho inserito cuoricini e stelline è un sapone a caldo in cui ho sperimentato l’aggiunta di emulsionante per migliorare la cremosità della schiuma. Si tratta di un esperimento molto interessante che è stato avviato proprio sul gruppo Facebook e al quale non vedevo l’ora di partecipare!

La ricetta del sapone a caldo prevede 17% di olio di mandorle, 40% di olio di cocco, 38% di olio di oliva, 10% di AS102 (emulsionante autoprodotto) sciolto nei grassi. Ho usato la quantità di acqua per il metodo a caldo a bagnomaria (375 g per chilo di grassi) e, dopo la cottura, ho aggiunto 50 g di olio di mandorle portando così lo sconto soda complessivo al 9%. Per la preparazione della pasta di sapone a caldo ho seguito il metodo che Marina descrive nel nostro manuale “Il tuo sapone naturale“. Al sapone ho aggiunto 9 grammi di una fragranza cosmetica natalizia, l’ho versato in uno stampo tipo plum-cake, ho sistemato gli inserti e ho spolverizzato il tutto con mica cosmetica perlescente per creare l’effetto-neve.

Per la discussione degli esiti di questo esperimento, ci vediamo nel gruppo su Fb!

Perché il mio sapone è sempre gelatinoso? E come posso evitarlo?

Un’altra domanda frequente, tornata a galla proprio di recente su sapone, mailing list dei saponai che parlano italiano.

In risposta, c’è chi punta il dito sugli errori nella formulazione della ricetta; chi invece raccomanda soluzioni di ispirazione industriale, che prevedono l’aggiunta di ingredienti speciali.

Ma anche qui, la risposta dipende innanzitutto dai motivi che ci hanno portato a far sapone. E vale sempre la pena di fermarsi a chiedersi perché lo facciamo.

Per me, far sapone è, nello stesso tempo, ricerca di un sano benessere e un modo per rendermi indipendente dalle “logiche di mercato” – espressione che detesto, ma che esprime bene e in sintesi la catena di interessi, strategie ed eventi che ha portato alla globalizzazione, alla crisi economica, ai nuovi schiavi e a tutte le malattie economiche (e, di riflesso, sociali) che ci affliggono.

In altre parole, la mia scelta di far sapone parte dal desiderio di una vita più sana in tutti i sensi, a 360 gradi -non soltanto per me, ma per “il mondo” nella sua interezza.

Per questo, non mi basta scegliere una ricetta qualunque, trovata non importa dove, né seguire le mode che dilagano sui media (social e non).

Per questo, la mia scelta di far sapone implica, a monte, scelte etiche sui singoli ingredienti e persino sui metodi che seguo. Scelte molto più facili di quanto non sembrino, perché stanno alla base del mio desiderio di far sapone e lo “formano”… automaticamente 🙂

Nello specifico, anche il metodo che seguo per avere saponi sempre di buona consistenza è molto semplice: basta infatti seguire buone pratiche di preparazione e rispettare i tempi di stagionatura e di asciugatura. Suggerimenti che si trovano, ampiamente documentati, nel manuale scritto a quattro mani con Patrizia, Il tuo sapone naturale.

In sintesi, poiché i miei saponi hanno sempre almeno l’85% di olio di oliva:

  1. Uso generalmente il metodo ad acqua ridotta.
  2. Mi assicuro che le temperature di miscela siano tali da garantire una buona “fase del gel”.
  3. Lascio stagionare il sapone almeno 8 settimane prima dell’uso. E se invece di 8 settimane aspetto 6 mesi o anche un anno… lo trovo sempre migliore: più delicato, più ricco di schiuma, meno bavoso!
  4. Tengo a portata di mano due o tre pezzi di sapone per volta, appoggiati su portasaponi “a istrice”, e li lascio asciugare completamente tra una lavata di mani e l’altra.

Tutto qui, senza bisogno di arrovellarsi per trovare ingredienti speciali o formule garantite da calcoli “scientifici”.

Provare per credere! 🙂

Calcolare il volume degli stampi

A volte ci chiedono, come si calcola il volume dello stampo – o per converso, quanto sapone devo fare per riempire il mio stampo?

Anche qui, ci sono almeno due risposte possibili – una un po’ approssimativa, ma funzionale; e una più precisa, ma più complessa e laboriosa da applicare.

Cominciamo con la risposta semplice. Chi fa sapone sa (empiricamente) che la pasta di sapone fresca è un po’ più pesante dell’acqua. Ciò significa che lo spazio occupato dalla pasta di sapone sarà un po’ inferiore allo spazio che occuperebbe lo stesso peso di acqua.

Pertanto, se volete assicurarvi che la vostra pasta di sapone sia sufficiente e stia negli stampi che volete usare, dovrete per prima cosa calcolare il peso totale degli ingredienti in ricetta. Pesate poi in un recipiente qualsiasi altrettanta acqua e versatela negli stampi: facile, no?

Per la risposta “scientifica”, dovrete calcolare individualmente il volume dei singoli ingredienti in base al loro peso specifico. Confronterete poi la somma dei volumi col volume degli stampi che intendete usare.

Se scegliete il metodo “scientifico”, fate riferimento ai vostri libri per i calcoli – e tenete presente che, per effetto del calore, la pasta del sapone a freddo può aumentare di volume durante la fase del gel. Calcolate quindi un margine di sicurezza per essere certi che la pasta di sapone non fuoriesca dagli stampi.