Fare sapone utilizzando la sola liscivia di cenere non è possibile. E c’è una spiegazione per precisa per questo.
La sostanza caustica che si estrae macerando o bollendo in acqua la cenere di legna è il carbonato di potassio (K2CO3) o potassa. Di per sé sarebbe una sostanza di colore bianco, ma nella liscivia è combinato con tracce di ferro, manganese e altri minerali che la rendono giallastra, verdognola o brunastra. La potassa è un alcale, quindi caustica e corrosiva. A differenza della soda caustica (NaOH) e dell’idrossido di potassio (KOH) però è molto meno efficiente nella saponificazione dei grassi e molto più difficile da dosare.
Dal carbonato di potassio disciolto nella liscivia si potrebbe ottenere soltanto KOH (non soda caustica, NaOH), ma solo attraverso un processo di caustificazione, cioè facendolo reagire con idrato di calcio (la calce viva). E vi lascio immaginare che cosa vorrebbe dire mettersi a fare un’operazione simile in casa. Senza per altro avere gli strumenti per misurare la purezza del KOH che si estrae e quindi non sapendo poi come determinarne il dosaggio necessario per saponificare i grassi.
E anche ammesso che ci fosse qualcuno così incosciente da provarci – sono tutti materiali caustici, corrosivi e pericolosi – l’alcale che otterreste sarebbe comunque idrossido di potassio, quello che produce una pasta gelatinosa che è la base dei saponi liquidi descritti nel nostro manuale “Il tuo sapone naturale. Metodi e consigli pratici”.
La conclusione di questo discorso è molto semplice: chiunque vi racconta che si può fare sapone solido con la sola liscivia di cenere o non ha capito nulla dei processi di saponificazione o vi sta prendendo in giro. Comunque, se vi interessa l’argomento potete dare un’occhiata alla discussione che abbiamo raccolto nel nostro gruppo Il Mio Sapone, su Facebook. Soprattutto è utile per leggere le testimonianze sui “disastri” che hanno combinato quelli che, in buona fede, ci hanno creduto e hanno provato a farlo.