Ossidazione dei grassi saturi e insaturi

Uno dei problemi cui il sapone può andare incontro è l’ossidazione. L’ossigeno si combina con le tracce di grasso libero sulla superficie della saponetta e questo provoca macchie e il tipico odore di rancido. Dire che un sapone è ossidato o dire che è rancido, è la stessa cosa.

Un sapone non diventa rancido dall’oggi al domani. L’ossidazione è un processo che richiede il suo tempo e che dipende, in parte, dal tipo di grassi che sono stati usati nella ricetta. Ci sono anche altri fattori che giocano un ruolo nell’eventualità che un sapone ossidi e nella velocità con cui questo accade. Ma di questo farò cenno alla fine del post.

Una discriminante per capire quali grassi favoriscono l’ossidazione è cominciare a separare i saturi (quelli solidi a temperatura ambiente), dai liquidi e guardare un pochino dentro la loro struttura molecolare.

Se i grassi saturi (palma, cocco, karitè, strutto, etc) hanno un tempo di ossidazione pari a 1, i grassi monoinsaturi (esempio oliva, mandorle) ce l’hanno 5 volte superiore, i grassi polinsaturi del gruppo omega-6 con doppio legame C=C (girasole, cartamo, soja, mais, arachidi) ce l’hanno 50 volte superiore e i grassi del gruppo omega-3 con triplo legame C≡C (lino, colza, enotera, canapa) ce l’hanno 100 volte superiore. Che cosa sono i legami C=C doppi o tripli? Sono la “struttura” che tiene insieme gli atomi di carbonio nella catena atomica di ciascun trigliceride (acido grasso). Più questa struttura è ramificata con doppi e tripli legami, più la catena ha facilità a spezzarsi quando viene “sollecitata” dall’azione dell’ossigeno. Ogni volta che la catena si spezza e reagisce con l’ossigeno, inizia quel processo degenerativo, detto ossidazione, che fa irrancidire il sapone.

Questo è il motivo per cui, in tutti i testi sul sapone, trovate sempre indicato che i grassi moninsaturi (tra cui l’oliva) stanno tra quelli detti “di base” dei quali si possono usare anche grosse quantità nelle ricette, mentre gli altri (soprattutto i polinsaturi con triplo legame) sono classificati come “nutrienti” e ne vengono raccomandati dosaggi minimi. Questo è anche uno dei motivi per cui si consiglia di bilanciare una ricetta con grassi saturi-insaturi.

Più è alta in una ricetta la percentuale di un grasso polinsaturo con triplo legame (per esempio l’olio di colza) più è maggiore la possibilità che quel sapone si ossidi, cioè diventi rancido. Più è alta la quantità di grassi saturi o moninsaturi (tipo strutto, palma, cocco + oliva) meno è facile che il sapone si ossidi. Se voglio fare un sapone con sconto soda alto quindi eviterò il più possibile i grassi polinsaturi a doppio e triplo legame o ne metterò davvero quantità minime.

Come dicevo all’inizio, le variabili che possono far irrancidire un sapone sono diverse e la composizione dei grassi della ricetta è soltanto una di queste. Altri fattori cui prestare attenzione sono gli sconti della soda (più lo sconto è alto, più alto è il rischio ossidazione), la presenza di liquidi in eccesso nel sapone, il fatto che il sapone venga conservato in luoghi umidi, caldi e poco ventilati, la presenza di particolari ioni metallici nell’acqua utilizzata per la soluzione caustica, l’uso di ingredienti “umidi” (fiori freschi, fondi di caffè, frutta).

Come calcolare lo sconto o l’eccesso di soda?

I termini “sconto soda”, in italiano, o “superfatting”, in inglese, vogliono dire la stessa cosa e cioè: lasciare nel sapone finito una parte di grasso “libero”, non saponificato. Il fatto che una parte del grasso resti intatto, significa che diminuisce leggermente il potere detergente del sapone (potere detergente dato dalle caratteristiche di ciascun grasso) e che quindi il sapone sarà più delicato. Lo sconto della soda nei saponi solidi ha un range che, di norma, va dal 5 al 12% nei saponi per il corpo, mentre si lavora in eccesso di alcali per quelli da bucato (da più 3 fino a più 10% come spiego in questo post).

Lo sconto 5% è quello base per saponi multiuso, adatti a persone con pelle sana e normale. Lo sconto si calcola in due modi:

  1. Sul totale dei grassi di una ricetta, senza ulteriori aggiunte di oli. Esempio: su 1 kg di olio di oliva, calcolo la soda totale che è 134 g e poi la sconto del 5% e uso quindi 128 g di soda scontata;
  2. Un sistema che ha senso specie nei metodi a caldo è invece il calcolare uno sconto sul totale dei grassi della ricetta e aggiungere una parte di olio dopo la cottura per avere uno sconto complessivo più alto. Esempio: ho un 1 kg olio di oliva su cui sconto il 5%, poi aggiungo 20 g di oleolito dopo la cottura (oleolito che non era stato incluso nel grasso base della ricetta) e vado a uno sconto totale del 7% (5+2).

Imparata questa regola generale, si possono sperimentare delle eccezioni: eccessi di soda per i saponi da bucato (da + 3 a +10%) o sconti molto alti (-12-15%) per saponi super grassi. Scontare molto significa: avere saponi più molli, più rischio di ossidazione, ma questi svantaggi si possono correggere con combinazioni di grassi poco ossidabili, metodo ad acqua scontata, lunghe stagionature.

Queste regole per lo sconto della soda non valgono per i saponi liquidi fatti con idrossido di potassio, per i quali è consigliato di non superare lo sconto massimo del 3%. Nei saponi liquidi addirittura si lavora in eccesso di alcali per tutta una serie di fattori legati all’instabilità della titolazione dell’idrossido di potassio. L’argomento è complesso e, se vi interessa, approfonditelo con testi professionali, non con post su Internet.

Formula per calcolare lo sconto soda caustica nei saponi solidi: 

  1. Prima calcolo la soda totale, moltiplicando il peso dell’olio in grammi per il suo coefficiente di saponificazione. Se ho una ricetta con molti grassi, calcolo la soda per ciascuno e poi sommo i risultati. Se saponifico un kg, cioè 1000 grammi, di olio di oliva e so che il suo sap è 0,134, il calcolo della soda totale è : 1000 x 0,134 = 134 g
  2. Calcolata la soda totale, posso calcolare lo sconto con questa formula:             Soda totale x (100 – sconto voluto) / 100 Nel nostro caso diventa: 134 x (100 – 5) / 100 = 134 x 95 /100 = 127,3 grammi soda

Formula per calcolare l’eccesso di soda caustica nei saponi solidi:

  1. Si calcola la soda totale come spiegato sopra, moltiplicando il peso dei grassi in grammi per il rispettivo Sap.
  2. Si imposta e risolve la seguente formula                                                              Soda totale x (100 + eccesso voluto) /100

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Calcolare il volume degli stampi

A volte ci chiedono, come si calcola il volume dello stampo – o per converso, quanto sapone devo fare per riempire il mio stampo?

Anche qui, ci sono almeno due risposte possibili – una un po’ approssimativa, ma funzionale; e una più precisa, ma più complessa e laboriosa da applicare.

Cominciamo con la risposta semplice. Chi fa sapone sa (empiricamente) che la pasta di sapone fresca è un po’ più pesante dell’acqua. Ciò significa che lo spazio occupato dalla pasta di sapone sarà un po’ inferiore allo spazio che occuperebbe lo stesso peso di acqua.

Pertanto, se volete assicurarvi che la vostra pasta di sapone sia sufficiente e stia negli stampi che volete usare, dovrete per prima cosa calcolare il peso totale degli ingredienti in ricetta. Pesate poi in un recipiente qualsiasi altrettanta acqua e versatela negli stampi: facile, no?

Per la risposta “scientifica”, dovrete calcolare individualmente il volume dei singoli ingredienti in base al loro peso specifico. Confronterete poi la somma dei volumi col volume degli stampi che intendete usare.

Se scegliete il metodo “scientifico”, fate riferimento ai vostri libri per i calcoli – e tenete presente che, per effetto del calore, la pasta del sapone a freddo può aumentare di volume durante la fase del gel. Calcolate quindi un margine di sicurezza per essere certi che la pasta di sapone non fuoriesca dagli stampi.

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Temperature di miscela

Qualcuno ogni tanto ci chiede come mai consigliamo di unire la soluzione caustica ai grassi a determinate temperature, e perché suggeriamo di regolare le temperature degli ingredienti in modo che la soluzione caustica sia sempre di qualche gradi più bassa di quella dei grassi.

Ecco la risposta breve: si tratta di un consiglio basato sull’esperienza comune, nato dall’osservazione empirica che il fenomeno del vulcano si verifica (molto) più di frequente quando la soluzione di NaOH è troppo calda. A margine, è proprio questa la ragione che ci spinge a consigliare i metodi tutto a freddo e ad acqua ridotta come evoluzioni che richiedono un’esperienza (di prima mano) già consolidata col metodo a freddo di base.

Risposta lunga… a beneficio degli “scienziati” del sapone fatto in casa 🙂

Nel 2004 e nel 2006, con le prime edizioni dei nostri libri, il concetto di avere la soluzione caustica alla stessa o a una più bassa temperatura dei grassi era stato ripreso dalle fonti allora disponibili (Cavitch, Coss, Miller) e confermato dalle verifiche effettuate da centinaia di iscritti alle comunità di allora, le mailing list quali Sapone (in italiano), Soap Naturally, Hot Soap, UK Soaping (in inglese). Non avendo prove in contrario di prima mano, non abbiamo avuto ragione di cambiare quel consiglio – e questo, anche quando comparve il concetto del metodo tutto a freddo. Peraltro, quest’ultimo sfrutta il calore della soluzione caustica per sciogliere dei grassi solidi, cosa che potrebbe abbassare più rapidamente la temperatura della miscela – se qualcuno fosse interessato, non sarebbe difficile verificarlo “scientificamente”.

Per esperienza diretta, ho invece verificato di prima mano quel che succede aggiungendo la soluzione caustica senza preoccuparmi delle temperature. Ho ripetuto l’esperimento diverse volte e, guarda caso, ho avuto più spesso il problema di trovarmi con una pasta di sapone quasi solida prima ancora di poter aggiungere eventuali additivi. Coincidenza? Colpa dei grassi usati? Anche qui… chi vuole può fare le verifiche “scientifiche” del caso. Rimane tuttavia il fatto che, se aggiungo la soluzione caustica quando la sua temperatura è inferiore a quella dei grassi, ho sempre meno problemi… e non mi capita di dover “cazzuolare” il sapone a freddo negli stampi!!! (facendo salve le eccezioni dei saponi che usano ingredienti notoriamente “ammassanti”)

Per quanto mi possa incuriosire, non mi sembra essenziale svolgere altri esperimenti per “giustificare” un’affermazione che ha solo valore indicativo (non “normativo”), e che si basa su esperienze dirette e motivi ragionevoli, verificati e condivisi anche da altri autori.

Lascio pertanto il campo aperto (e spazio su questo blog per pubblicare i risultati) a chi volesse cimentarsi nella dimostrazione “scientifica” del perché si preferisce che la soluzione caustica sia un pochino più fredda dei grassi.

Si parla anche di sapone!

MInventoUnLavoro-cover

Da Giulia Settimo, giornalista e scrittrice, il manuale più attuale e stimolante dell’estate 2013: M’invento un lavoro, pubblicato da RED. Grandissima risposta alla tendenza dellefrigne e dei piagnistei, che sembra caratterizzare una grossa fetta dei “movimenti” venuti su con la spinta dei social media.

Riporto dalla scheda di presentazione:

M’invento un lavoro

Piccola guida per trovare nuove opportunità

M’invento un lavoro è il risultato del viaggio che Giulia Settimo, scrittrice e giornalista, ha intrapreso tra le giovani realtà imprenditoriali nate da menti e persone che sono riuscite a mettersi in gioco e a vincere la paura del momento. Continue reading

Sapone naturale autoprodotto: riferimenti e glossario

Rimandiamo a questa pagina per informazioni generali e spiegazioni dei termini tecnici che usiamo nei vari articoli del blog.

Sugli argomenti di fondo, va fatto riferimento ai nostri libri:

  1. Il tuo sapone naturale: metodi e consigli pratici: il manuale che descrive tutti gli ingredienti e riporta, passo per passo, tutte le tecniche più moderne per il sapone autoprodotto per tutti gli usi.
  2. I tuoi saponi naturali: 77 ricette per la persona, la casa, gli animali domestici: le nostre ricette preferite per saponette, shampoo solidi, saponi liquidi, saponi decorativi, saponi da barba, detersivi ecofelici.

In coda al manuale Il tuo sapone naturale: metodi e consigli pratici, troverete un glossario dettagliato del gergo tecnico dei saponieri.

Per informazioni sulle risorse disponibili sul Web, vi rimandiamo al portale Vivere naturalmente.net: autoproduzione, decrescita, consumo responsabile. Risorse e suggerimenti per vivere in maniera etica, sostenibile, felice e frugale.

Dove comprare i grassi animali

Dove si comprano i grassi animali?
In Italia, si può acquistare strutto (grasso di maiale) già pronto. Non si trovano però in commercio (al dettaglio) né la sugna, che è il grasso che circonda il rene dei bovini, né altri grassi di animali da macello diversi dal maiale.
Per questi, potete chiedere al vostro macellaio di tenere da parte la sugna e l’altro grasso di scarto dalle carni. Con gentilezza, e magari offrendo una piccola cifra al chilo per il disturbo, chiedete al macellaio di tritare il grasso per semplificare le operazioni di purificazione. Se necessario, verificate anche che vengano tenuti separati il grasso bovino da quello ovino.