Metodi per fare il sapone: quali sono, come sceglierli

metodi per fare il saponeA partire dagli anni Novanta, grazie allo scambio di informazioni tra saponai su Internet, sono stati messi a punto diversi metodi per fare il sapone in casa, rielaborando i sistemi tradizionali che erano sopravvissuti alla “colonizzazione” dei tensioattivi commerciali, avvenuta a partire dagli anni Cinquanta-Sessanta. Tutte queste tecniche sono dette “a impasto” e differiscono dai saponi “levati” che sono invece la norma in campo industriale.

Nei metodi a impasto tutti gli ingredienti messi all’inizio del processo di saponificazione e i prodotti della loro reazione (la glicerina) restano nel sapone finito. Le tecniche a impasto si dividono in due grandi categorie: quelle a freddo dove la saponificazione avviene senza ricorrere a fonti di calore esterne, quelle a caldo dove invece la pasta di sapone viene surriscaldata per accelerarne la reazione.

Le varianti a freddo sono cinque:

  1. Il metodo a freddo di base (CP, cold process)
  2. Il metodo tutto a freddo (NHCP, no heat cold process)
  3. Il metodo a freddo a temperatura ambiente (RTCP, room temperature cold process)
  4. Il metodo super-freddo o dei saponi montati
  5. Il metodo a freddo ad acqua ridotta (DWCP, discounted water cold process)

Altrettante sono le varianti della tecnica a caldo:

  1. Il metodo a caldo a bagnomaria (DBHP, double boiler hot process)
  2. Il metodo a caldo nel forno (OHP, oven hot process)
  3. Il metodo a caldo nel microonde (MWHP, microwave hot process)
  4. Il metodo a caldo nelle pentole a temperatura controllata (CPHP, crock pot hot process)
  5. Il metodo a caldo nel forno nello stampo (ITMHP, in the mould hot process)

Marina e io ci occupiamo di sapone fatto in casa dalle fine degli anni Novanta e abbiamo partecipato non solo allo sviluppo delle tecniche, ma siamo anche state testimoni delle “mode” cui hanno dato vita. Oggi si parla moltissimo di metodo a temperatura ambiente, per esempio, mentre sono quasi del tutto scomparsi i metodi a caldo nel microonde o la cottura nel forno nello stampo i quali, solo qualche anno fa, sembravano l’invenzione del secolo. Resiste saldamente invece il metodo a freddo di base, mentre quello a caldo nella pentola elettrica sembra proporsi come il nuovo trend del 2016.

Tutte le tecniche danno come risultato del sapone. Ma non tutte sono uguali e districarsi nella scelta di quella giusta può richiedere un po’ di tempo e di esperienza. Ci sono tipi di sapone che richiedono tecniche specifiche. Difficile pensare di fare saponi in crema senza la cottura a bagnomaria o nella pentola elettrica, praticamente impossibile ottenere dei montati ignorando la tecnica super-fredda e, una volta imparata la tecnica a caldo, anche la produzione di saponi liquidi ne guadagna.

L’esperienza di prima mano è quella più importante. Ma se volete approfittare della nostra, quanto meno per farvi un’idea di come marciano le cose e di come scegliere il metodo giusto per il sapone giusto, abbiamo preparato una scheda di riepilogo sulla scelta dei metodi che completa il nostro manuale “Il sapone fatto in casa For Dummies”, dove tutte le tecniche a freddo e a caldo sono spiegate passo per passo.

Oleoliti: prepararli e usarli nel sapone

oleolito di lavandaGli oleoliti, o oli macerati, sono uno degli ingredienti che i saponai usano più spesso nelle loro creazioni. Il principio alla base della preparazione di un oleolito è semplice e si basa sulla macerazione in olio di materiale vegetale, derivante da piante officinali o alimentari.

Nel sapone la funzione degli oleoliti non è propriamente cosmetica, in quanto gli attivi contenuti nelle piante difficilmente riescono a sopravvivere al calore e all’alcalinità della reazione di saponificazione. Di questo argomento avevamo già parlato in questo blog, spiegando la resa dei macerati in base al tipo di olio.

Ma gli oleoliti possono essere preparati per esempio con piante tintorie e quindi servire come delicati coloranti naturali oppure, se fatti con piante officinali profumate, possono contribuire con un leggero aroma. Se volete un sapone che sappia di lavanda sul serio, non potrete evitare l’uso dell’olio essenziale o di una fragranza cosmetica. Ma se il vostro naso ama i profumi delicatissimi e appena accennati, un oleolito, magari aggiunto a fine cottura in un sapone preparato a caldo, potrebbe essere la scelta giusta.

Le scuole di pensiero sulla preparazione degli oleoliti sono diverse. Diciamo che i metodi principali però sono due: la macerazione di piante secche al buio o quella di piante fresche al sole. Per semplificarvi la vita e spiegarvi quali piante potete usare, quali oli e come mettervi all’opera, abbiamo preparato un piccolo riassunto da scaricare e conservare. Lo trovate sul sito del nostro manuale Sapone fatto in casa For Dummies, Hoepli Editore.

Non tutte le piante però sono, in automatico, adatte alla preparazione di macerati. Prima di procedere ricordatevi di alcuni punti fondamentali:

  • Le piante adatte alla macerazione devono contenere sostanze solubili in olio. Alcuni attivi vegetali, comprese le sostanze coloranti, sono solubili in acqua (e quindi conviene fare un infuso) oppure in alcol. Seguite la nostra tabella per scegliere il materiale vegetale da usare.
  • Documentatevi su quale parte della pianta è meglio usare e verificate che non ci siano controindicazioni per l’impiego in cosmetica. Non è automatico, infatti, che ciò che è buono da mangiare, sia anche buono da spalmare sulla pelle! Pensate al peperoncino…
  • Se volete sfruttare al meglio le proprietà cosmetiche di un macerato non usatelo nel sapone, ma in prodotti destinati a restare a contatto con la pelle come creme, lozioni, balsami, burri. Una guida utile è il nostro libro Aromi, profumi e balsami naturali.

Domande frequenti: da quale tipo di sapone comincio?

Siete alle prime armi? Non avete mai fatto sapone? Avete già esperienza col sapone ma vi sentite confusi dalla pioggia di informazioni (spesso contraddittorie) che trovate in rete e sui social?

Non fatevi prendere dall’ansia del non sapere come muovervi! Abbiamo preparato proprio per voi qualche dritta per indirizzarvi nella direzione giusta. Così avrete un aiuto in più per capire se è meglio cominciare coi saponi solidi, perché e quando potete passare a quelli liquidi e se esiste un percorso di apprendimento tra i vari metodi a freddo e a caldo.

Questi e molti altri documenti sono scaricabili gratuitamente dal sito del nostro ultimo manuale Sapone fatto in casa For Dummies, Edizioni Ulrico Hoepli Milano.

 

Stampi per sapone: una guida completa per sceglierli

stampi per saponeScegliere lo stampo giusto per il sapone non è soltanto una questione di estetica. Le forme posso influire sul risultato finale anche per quanto riguarda la texture e la qualità di una saponetta.

Stampi troppo piccoli, troppo grandi o di materiale non adatto possono infatti interferire con le temperature della saponificazione e produrre, per esempio, saponi che tendono a sbriciolarsi durante il taglio oppure che hanno difetti nella colorazione o che non sono andati in gel. E tutti i saponai sanno quanto è importante che la loro “creatura” attraversi la fase del gel, vero?

Per facilitare la scelta dello stampo giusto abbiamo realizzato una tabella-guida dove elenchiamo e spieghiamo i pro e i contro delle diverse soluzioni.

Se avete bisogno di capire quanto sapone ci può stare in un certo stampo, vi farà comodo consultare le istruzioni per calcolare il volume del sapone pubblicate da Marina.