Mevania: “Coltivo lavanda per prendermi cura della mia terra”
Si definisce “una piccola cellula della Terra”, una persona che fa la sua parte, dal piccolo, come i semi che germogliano e ci danno i fiori. L’idea di coltivare lavanda biologica è venuta a Mevania Marchi un giorno mentre sedeva davanti alla sua macchina da cucire. “E’ stata come un’illuminazione. Ho cominciato a fantasticare, ma quel pensiero era forte, non andava più via. Quando ne ho parlato, mio marito mi ha guardata come per dire “ma che ti prende?”. Però sentivo che era quello che volevo, che dovevo fare….”
Era il 2005. Mevania non aveva mai lavorato la terra prima di allora. Seguendo i sogni dei suoi, come spesso succede, aveva preso quel diploma a indirizzo commerciale e lavorato prima in vari uffici e poi, per tredici anni, in fabbrica. “Un’esperienza che mi ha insegnato tanto, che mi ha fornito una competenza pratica, una capacità di lavorare con le mani, che oggi mi torna utilissima. E’ proprio vero che niente di quello che siamo va perso!”
Poi, a un certo punto la maternità e quella scelta, così naturale eppure così “rivoluzionaria”, di lasciare l’impiego e restare a casa vicino alle bambine. “Ci siamo lasciati portare molto lontano da questa idea che le donne debbano, a tutti i costi, avere una professione fuori casa. Eppure io credo, chissà forse un po’ controcorrente, che, quando la famiglia è una scelta non un’imposizione, sia uno strumento meraviglioso di realizzazione di sé. Oggi ho l’impressione che, dopo anni di femminismo spinto, si torni un po’ indietro. Si capisca che la qualità della vita non ha niente a che vedere con la parità dei diritti. E’ questione di scelte. E io ho fatto una scelta…”. Ed è proprio in casa, quel giorno davanti alla macchina da cucire, in uno spazio fatto di sogni e pensieri che forse in un posto di lavoro non sarebbe stato possibile trovare, che è arrivata “l’illuminazione”.
“Ho capito che dovevo fare qualcosa per questo posto dove viviamo. Ci sono tanti terreni abbandonati su in montagna, un degrado che è avanzato in questi anni nell’indifferenza. Ho pensato che se ognuno si prendesse cura del suo piccolo fazzoletto di terra, vivremmo in un mondo migliore. E’ stata la molla che mi ha fatta partire”. Mevania ha cercato aiuto, attraverso internet, ed è entrata per qualche anno in una cooperativa nazionale di coltivatori di lavanda biologica. “E’ un’esperienza che poi si è conclusa ma che ci ha insegnato moltissimo. Né io né mio marito sapevamo nulla di lavanda. E’ stato fondamentale il loro appoggio”. Sull’onda dell’entusiasmo, Mevania acquistò 7 ettari di un terreno montano a Vito d’Asio (Pordenone) e piantò 10.000 piantine di lavanda delle varietà ibrida e angustifolia. “Un passo enorme considerata la nostra inesperienza! A chi vuole cominciare, oggi direi di prendersela decisamente più con calma, perché a mettere giù piantine ci vuol poco, ma poi è tutto il resto del lavoro enorme che segue che è difficile da gestire se non hai competenza”.
Oggi l’azienda di Mevania Marchi è una realtà consolidata ma è rimasta ancorata alla scelta del “piccolo è bello”. Produce piantine per la vendita diretta, olio essenziale in confezioni da dettagio e poi sgranato di lavanda per preparazioni alimentari e cosmetiche, oggettistica e ha realizzato un giardino di lavande ornamentali. Appoggiandosi a laboratori che condividono la sua filosofia, fa inoltre produrre per la sua ditta alimenti e cosmetici a base di lavanda.
“Le nostre zone hanno una grande disponibilità di terreni incolti che vanno riempiendosi di boscaglia e che potrebbero essere recuperati per una forma di agricoltura sostenibile, a chilometri zero, che punta a mettere al centro il luogo, la comunità, non il profitto. A mio avviso c’è spazio per chi vuole iniziare, ma è importante restare con i piedi per terra, capire che bisogna fare piccoli passi, che bisogna rispettare il luogo dove si vive e prendersene cura. So che ci sono molte donne che hanno voglia di intraprendere attività come la mia e a loro dico: cominciate dal piccolo, dal semplice, senza grossi investimenti e magari senza chiedere contributi. E’ vero che gli aiuti servono, ma sono anche dei vincoli che ti costringono a spendere e ampliare più di quello che magari vorresti o che è necessario. L’ideale è cominciare avendo comunque un reddito di supporto che ti consente di non cadere subito nella necessità di guadagnare. Solo così uno ha il tempo di crescere, di imparare… “
Oggi viviamo in un mondo che rifiuta i tempi di attesa, di apprendimento, di preparazione, si vuole arrivare subito al risultato – e risultato vuole dire soldi – senza fatica, senza impegno, senza fallimenti lungo il percorso e senza ripensamenti. Mevania insegna una strada che va nella direzione opposta a questo luogo comune.
Con Mevania ci siamo incontrate un giorno di qualche anno fa: lei aveva appena piantato tutta la sua lavanda, io allora tenevo corsi sul sapone naturale. Come per molte altre splendide persone che ho incontrato in questi anni, il legame non si è mai interrotto. “Ho tenuto anch’io corsi sul sapone naturale, dopo essere stata a lezione da te. E a tutti i miei allievi ho sempre detto, anche se contro il mio interesse: non esagerate con gli oli essenziali! Le risorse della natura sono preziose, non vanno sprecate. Passare al biologico, al naturale, all’autoproduzione non deve essere una scusa per consumare di più come invece spesso succede. Perché non è questo l’obiettivo!”.
Penso a una certa “deriva” che ha preso l’autoproduzione di cosmetici, con dilettanti all’inseguimento di prodotti di sintesi dai nomi complicatissimi per poter replicare, nella loro cucina, la crema famosa “agli aminoacidi di frutti”. E sono così d’accordo con Mevania, che tutto questo non ha senso. Non serve comprare qualcosa con su scritto “biologico”, se questo gesto non fa sì che, la prossima volta, cercherai di comprarne meno.
Oggi Mevania si dedica alla lavanda a tempo pieno, dice di detestare la burocrazia che la costringe a passare troppo tempo sulle carte invece che nei suoi amati campi e che ha una certa insofferenza per i mercatini dove “si incontrano persone che fanno fatica a capire cosa c’è dietro i nostri prodotti”. Per scoprire i prodotti della sua azienda o mettersi in contatto con lei si può visitare il sito www.mevaniamarchi.it
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La storia di Mevania mi ha ricordato in qualche modo un fantastico libro che ho letto alcuni anni fa. Si trattava di “l’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono, che raccontava l’incontrodi uno scrittore della Provenza con un pastore che conduceva una vita tranquilla e in solitudine, ma che compì un’impresa straordinaria che cambiò la faccia della sua terra, anche per le generazioni future. Lascio a chi avrà la curiosità di leggerlo, lo stupore e la poesia di questo libro, arricchito di stupende illustrazioni, che rimarca ancora una volta che sono le persone semplici che cambiano il mondo, pur rimanendo tali. Brava Mevania, complimenti per il tuo coraggio e la capacità di ascoltare il tuo cuore.
Lidia