Il Marsiglia? E’ made in China
La denuncia è arrivata nelle scorse settimane da un gruppo di imprenditori e associazioni di categoria della zona di Marsiglia. La stragrande maggioranza del sapone “puro” Marsiglia che inonda i mercatini e le botteghe della Provenza è stato in realtà prodotto in Cina, in Turchia, in Malesia e persino in Italia, spesso con ingredienti e trattamenti che nulla hanno a che vedere con l’autentica tradizione marsigliese.
Nella petizione “Sauvons le Savon de Marseille”, in questi giorni su Change.org, i firmatari chiedono al Governo francese e alle autorità locali una presa di posizione forte per difendere l’unicità del sapone marsigliese e salvare dal tracollo una filiera artigianale messa ogni giorno a dura prova dalla “concorrenza sleale” di saponi che “di Marsiglia non hanno che il nome”.
La petizione prende le mosse dalla procedura di fallimento di una delle ultime saponerie storiche, “Le Fer à Cheval”, la cui chiusura, si legge nel documento, porterà alla perdita di quel patrimonio di sapere tecnico e di “archeologia artigianale” che è legato da secoli alla produzione del sapone.
Nella petizione si plaude all’iniziativa del Governo di istituire il marchio di Indicazione Geografica Protetta (IGP) per il Sapone di Marsiglia, ma si chiedono anche misure più severe per mettere al bando la contraffazione e difendere la ricchezza “immateriale” che l’industria del sapone marsigliese rappresenta per l’identità territoriale della Provenza.
- Stavolta non chiedetemi cos’è il nastro
- Elisabetta: “Produco saponi per un mondo migliore”
E pensare che basterebbe l’acquisto responsabile per risolvere all’origine poblemi di questo tipo! Dai gente, impariamo a leggere le etichette e a sostenere le tradizioni e l’economia locale acquistando “giusto”!