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Piatto unico vegetariano?

I piatti di riso e verdure sono una grande risorsa della cucina vegetariana e andrebbero riscoperti da tutti.

Man mano che le trovo, aggiungerò qui le mie ricette, tutte nella tradizione della cucina frugale-sana-economica e gustosa. Come sempre, le dosi e la scelta degli ingredienti sono indicativi.

Segnalo in particolare per Elisa le mie due ricette di riso con curry di verdure.

Nella prima, Riso bianco con curry di verdure, il riso è cotto col sistema che noi chiamiamo “tre per due” o “alla cinese” e in inglese si chiama absorption method. Peccato che in Italia sia un metodo poco conosciuto, perché è semplice, rapido e dà sempre risultati eccellenti.

La seconda ricetta, Riso pilaf con curry di verdure, praticamente una diversa versione della stessa “armonia di gusti”, usa invece per la cottura del riso il metodo pilaf della cucina indiana. Credo che la tradizione indiana voglia che la cottura del riso pilaf si completi nel forno. Io preferisco semplificare e finire la cottura sul fornello, a fuoco lento e col coperchio. Anche qui, come nel metodo “due per tre”, la chiave per ottenere riso cotto alla perfezione è il dosaggio di riso e acqua.

Per questo tipo di piatti, scelgo di preferenza riso parboiled, caratteristiche e benefici, sia perché tiene perfettamente la cottura, rimanendo ben sgranato, sia per le sue qualità nutritive.

Riso parboiled: che cos’è e perché fa bene

Riso parboiled - Foto (C) Luigi Chiesa, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Riso_parboiled.jpg
Riso parboiled – Foto (c) Luigi Chiesa

[Foto: (c) Luigi Chiesa]

Detto in breve, il riso parboiled (dall’inglese partially boiled) è riso integrale parzialmente precotto.

Il procedimento di preparazione comporta una serie di lavorazioni: prima il riso viene ammollato, poi cotto a vapore, quindi essiccato.  Dopo questi trattamenti, il riso viene sbramato (privato delle glume o lolla, ossia le lamelle che avvolgono il chicco) e sottoposto ad eventuali ulteriori lavorazioni di raffinatura.

La precottura parziale del riso è un processo di origine antichissima. Veniva svolta tradizionalmente nei paesi tropicali per facilitare la sbramatura manuale e la conservazione; la cottura a vapore infatti distrugge parassiti e microrganismi dannosi. Nello stesso tempo, la precottura del risone grezzo “fissa” le vitamine e le proprietà del chicco, al quale vengono trasferite le sostanze utili contenute nella pellicola che ricopre i chicchi, tra cui la tiamina.

Dal punto di vista nutritivo, il riso parboiled mantiene l’80% dei nutrienti del riso integrale. Risulta pertanto un alimento più completo del riso bianco; è fonte di amido resistente (fibra solubile) e pertanto anche più facile da digerire.

Poiché tiene bene la cottura senza spappolarsi, in cucina viene preferito al riso bianco per le insalate di riso, i timballi, il riso alla greca e tutti i piatti dove bisogna evitare che il riso si “spappoli”. Va senz’altro tenuto presente come ingrediente semilavorato per pietanze da preparare in anticipo e riscaldare al momento.

Per dettagli, vedere la pagina dedicata al riso parboiled sul sito dell’Ente Risi.

Facciamo scorta di porri

I porri sono tra le (ormai) poche verdure che subiscono variazioni di prezzo anche considerevoli in base alla stagione.

Il periodo migliore per comprarli e farne scorta è tra la fine dell’inverno e la primavera, quando si trovano i porri italiani a prezzi convenienti.

I porri sono una risorsa versatile. Si usano per insaporire soffritti e minestre, ed entrano come ingrediente di spicco in diverse pietanze e contorni: la crema di porri, la costata con porri e aceto balsamico, i porri gratinati.

Ecco come li “prelavoro” prima di congelarli, per averli sempre pronti a portata di mano:

porri da congelare, base per crema di porri   porri pronti da congelare

Nella prima foto, in basso, si vede un contenitore coi porri appassiti nel burro, pronti da congelare per preparare, in un secondo tempo, una zuppa o un risotto o una crema di porri.

Nel mio libro, La cucina salvatempo, spiego come scegliere, mondare e conservare i porri, così come tutte le verdure.

I semilavorati in cucina

Di tecniche per risparmiare tempo in cucina parlo, con dovizia di particolari, nel mio libro, La cucina salvatempo.

Questo spazio si presta meglio a presentare esempi pratici e suggerimenti relativi a singoli ingredienti, grezzi o semilavorati: da qui il titolo per questa categoria di articoli.

Per semilavorati in cucina intendo tutte le preparazioni che vengono prima della cottura o dell’assemblaggio delle pietanze, diverse dalle Preparazioni di base descritte nel Capitolo 5 del libro, che riporto per comodità qui sotto:

Capitolo 5 – Preparazioni di base

5.1 Impasti
La pasta da pane
La pasta… e basta!
La pasta cotta per bignè e zeppole
Le paste friabili: pasta brisèe, pasta frolla e pasta sfoglia
Gli impasti fluidi: dalla frittata alla crèpe suzette e dalla polenta alle torte
5.2 Brodi, fumetti e fondi
Brodi di carne
Fumetti di pesce
Fondi di verdura
5.3 Salse e condimenti
I condimenti: condimento per insalata e vinaigrette, oli e aceti aromatici, salse di soia e spezie, burri composti o aromatizzati, pasta di senape, miscele di erbe e spezie (con una tabella che riporta gli ingredienti per preparare le seguenti miscele: Apple pie-Inghilterra, Baharat-Turchia, Barbecue mix-Australia, Barbecue mix-USA, Bindi masala-India, Bouquet garni-Francia, Cajun blackening-USA, Catsup o ketchup-USA, Chaat masala-India-Pakistan, Chili-Texmex, Chimichurri-Argentina, Cinque spezie-Cina, Creola-USA, Curry colombo-Martinica, Curry di lucknow-India, Curry di madras-India, Curry verde-Tailandia, Diavola-Italia, Erbe di provenza-Francia, Erbe fini-Francia, Furikake-giappone, Garam masala balti-Pakistan, Garam masala-India, Gremolata-Lombardia, Harissa-Africa settentrionale, Huli-huli-Hawaii, Hunan-Cina, Italiana-Italia, Marinara-Campania, Panch phoron-Bengala (India/Bangladesh), Persillade-Francia, Pesto-Liguria, Pistou-Francia, Pudding-Inghilterra, Pumpkin pie-USA, Quattro spezie-Francia, Ras el hanout-Marocco, Recado rojo-Messico, Salmoriglio-Sicilia, Senape cajun-USA, Senape colorado-USA, Senape di digione-Francia, Senape inglese-Inghilterra, Senape svedese-Svezia, Senape tedesca-Germania, Taco mix-Messico, Tahini-Medio Oriente, Verde (per trifolare)-Italia, Za’atar-Medio Oriente)
Le salse: besciamella, maionese, salsa di pomodoro, pesto alla genovese, salsa verde
5.4 Cottura del riso
I metodi italiani per la cottura del riso
La cottura del riso alla cinese e all’indiana
5.5 Cottura dei legumi secchi
Ammollo lungo e bollitura in pentola normale
Ammollo rapido
Cottura in pentola a pressione
5.6 Creme e salse dolci
Ricetta di esempio: Crema candida
5.7 Tè e bevande
con tabelle che riportano le erbe e le spezie più adatte per infusi o decotti di sapore gradevole

Esempi di semilavorati

I semilavorati che descriverò su questo blog comprendono, per esempio:

  • i soffritti
  • gli alimenti tagliati, tritati, altrimenti preparati per la cottura
  • i condimenti e le miscele di spezie, diverse da quelle già riportate nel libro.

 

 

Come si sceglie la pentola/casseruola/teglia da forno giusta?

(Vi sembra una banalità inutile? Leggete qui.)
Nel mio libro, La cucina salvatempo, spiego come scegliere il tipo di pentola in base alle esigenze di cottura e di risparmio energetico. Vi rimando al libro per questi aspetti.
Se invece avete difficoltà nello scegliere la dimensione giusta per la quantità di cibo che vi apprestate a cuocere, ecco qualche suggerimento.

Per brodi, zuppe, budini, polenta e pastasciutta

Per tutte le ricette dove l’ingrediente principale è liquido, potete misurare la capacità della pentola in litri, versandoci acqua da un contenitore di capacità nota. Per esempio, usate un bricco graduato da 500 ml e contate quanti bricchi da 500 ml ci stanno; dividete per due per ottenere la quantità in litri.
Questo metodo vale anche per la pastasciutta: misurate la capacità della pentola tenendo presente che servono circa 2 litri di acqua per 200 grammi di pasta, circa 4 litri d’acqua per mezzo chilo e circa 6 litri d’acqua per un chilo di pasta. La pentola dovrà contenere almeno una volta e mezzo la quantità di acqua necessaria per cuocere la pasta, e dovrà pertanto essere di 3 litri, 6 litri e 9 litri circa.

Per le verdure da lasciare intere

Carciofi al tegame
Carciofi al tegame

Disponete le verdure (pulite) nella pentola (asciutta e pulita) in modo che stiano bene ordinate l’una accanto all’altra, un po’ strette, in un unico strato. La pentola deve essere abbastanza profonda da lasciare un pochino di spazio tra la verdura e il coperchio. Vedi foto:

Per le verdure in foglia o a pezzi

Trasferite le verdure (pulite, tagliate) nella pentola (asciutta e pulita) e verificate che ci sia abbastanza spazio in altezza perché il coperchio non tocchi le verdure.

Per la carne

Se a fette, la pentola, che in questo caso sarà una padella, deve essere abbastanza grande per poter disporre comodamente le fette in un solo strato.
Negli altri casi, la pentola deve essere abbastanza grande da poter scottare velocemente la carne su tutti i lati prima di aggiungere eventuali sughi o verdure; evitate però pentole troppo grandi, dove la dispersione del calore potrebbe rovinare il risultato.

Per i risotti

Se non sapete in partenza la quantità d’acqua necessaria, calcolate le dimensioni della pentola per il risotto scegliendo una casseruola piuttosto bassa e larga, dove il riso (misurato secondo le indicazioni della ricetta) non occupi più di un terzo del volume.

Perché parlo di dimensione delle pentole e altre questioni apparentemente banali

Questo blog, che accompagna il libro che ho scritto per FAG, La cucina salvatempo, è dedicato a tutti – compresi quelli che non hanno mai messo piede in una cucina per preparar da mangiare!

Del resto, il mio libro nacque proprio dall’esigenza di raccogliere in maniera organica, in un linguaggio adatto a tutti, i concetti di base per cucinare in maniera efficiente, risparmiando denaro-tempo-fatica-energie non rinnovabili; e riporta un grande patrimonio culturale di buon senso e tradizioni ruspanti, che non si trova nei ricettari, né nei manuali di alta cucina.

Non posso pertanto dar per scontato che chi legge questo blog sappia come districarsi elegantemente tra pentole e padelle, fornello e frigorifero, terrine e taglieri.

Certo, conta anche l’esperienza maturata nel campo del sapone fatto in casa, dei cosmetici naturali e delle pulizie intelligenti, grazie alla quale ho imparato che quello che per molti è banale, per altri può rappresentare un ostacolo insormontabile. Qualche esempio? Vi rimando ad altri blog.

Ganache di cioccolato

La crema ganache è una salsa di panna e cioccolato di densità variabile, che si usa per decorare o farcire dolci.

Un po’ di buon senso

Non credete alle immancabili fole che si trovano in rete: la crema ganache non nasce da un incidente in cucina, così come non nacquero da accidenti fortuiti il panettone e il risotto alla milanese! Nel mio Larousse Gastronomique (ho un’edizione degli anni ’90), la crème ganache viene attribuita a una pasticceria parigina; ma qualcuno dice che gli svizzeri ne rivendicano la paternità… e nessuno degli storici gastronomici seri darebbe credito all’aneddoto del garzone maldestro (che tra l’altro si dice godichon e al massimo si potrebbe definire gauche, mai ganache!)

In effetti, il termine francese ganache indica soltanto il dolce e deriva dall’italiano ganascia… chissà, forse per dire “tanto buono da mangiare a quattro ganasce”??

Ganache di cioccolato

Ingredienti

  • cioccolato fondente da copertura
  • panna fresca
  • sale

Attrezzature necessarie

  • Brocca in vetro da fuoco o acciaio inossidabile, oppure un pentolino scaldalatte
  • Pentola o bacinella resistente al calore, di capacità all’incirca doppia di quella della brocca (o del pentolino)

Procedimento

  1. Mettete tant’acqua nella pentola quanto basta per riempirla a metà e fate scaldare, senza portare a ebollizione. Oppure, scaldate dell’acqua e versatela nella bacinella.
  2. Pesate la panna e il cioccolato nella brocca o nel pentolino. Aggiungete un pizzico di sale.
  3. Immergete il contenitore con panna e cioccolato nella pentola/bacinella con l’acqua calda.
  4. Aspettate una decina di minuti; mescolate con una forchetta o una frusta da pasticceria.
  5. Se il cioccolato non è sciolto del tutto, aspettate ancora prima di mescolare.
  6. Continuate fino a ottenere una crema liscia e omogenea.
  7. Mettete in frigo e lasciate rapprendere per 12-24 ore.

Consigli

Le proporzioni degli ingredienti non sono fisse e immutabili, in quanto dipendono dalla destinazione finale. Partite con panna e cioccolato in dosi uguali e regolate la fluidità usando più o meno panna.

A parità di peso, per esempio con 200 grammi di panna e 200 grammi di cioccolato fondente, si ottiene una ganache piuttosto solida, adatta per guarnire dolci composti come lo stack di meringa e mascarpone illustrato qui sotto.

Evitate di surriscaldare gli ingredienti: se il cioccolato non fosse sciolto completamente dopo un’ora, togliete il contenitore dal bain marie e scaldate l’acqua prima di rimettercelo. L’acqua deve essere calda ma mai bollente: dovreste poterla toccare senza che vi bruci la pelle.

Stack di meringa, crema di mascarpone, ganache di cioccolato, croccante di mandorle

 

Ecco qui:

Stack di meringa: meringa, semifreddo Lucretiab (crema di mascarpone), ganache di cioccolato e croccante di mandorle, serviti con salsa di albicocche secche