Cucina povera o cucina frugale?

Essendo da sempre appassionata di cucina frugale e di buon senso in cucina, mi aveva affascinato il titolo di un libro trovato in libreria, La cucina povera. Non ho qui con me il libro e non ricordo di chi era – ma ne ricordo bene il contenuto, in quanto mi aveva fornito l’ispirazione per tentare di realizzare tanti piatti della tradizione contadina di altri paesi. Purtroppo, i risultati erano sempre stati deludenti, in quanto il libro -per quanto interessante dal punto di vista teorico e di ricerca etnografica- non conteneva ricette affidabili. Più che ricette, in effetti, riportava descrizioni sommarie di preparazioni culinarie dei paesi più poveri, spesso improponibili o irripetibili in Italia per la mancanza (allora) degli ingredienti fondamentali.

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All’epoca, mi ero comunque appassionata al concetto di far cucina sfruttando ingredienti “poveri”, non soltanto perché poco costosi (perlomeno nei paesi d’origine), ma soprattutto in quanto non consumano inutilmente risorse.

Nota

Con “risorse” mi riferisco ovviamente a quelle non rinnovabili, il cui consumo va a impoverire il patrimonio che abbiamo ricevuto dai nostri antenati e dovremmo lasciare a chi viene dopo di noi: aria e acqua pulite, terreni fertili e non inquinati, combustibili “verdi” e fossili. Chi fosse interessato ad approfondire e mettere in pratica uno stile di vita frugale ma non “povero”, potrà trovare maggiori indicazioni nel manuale di ecologia domestica che ho scritto con Patrizia Garzena, Cura naturale della casa.

Oggi, con la globalizzazione galoppante e la possibilità di trovare qualunque ingrediente nel supermercato sotto casa o su Internet, non importa da quanto lontano debba arrivare, mi sembra invece importante spostare l’attenzione su una cucina frugale, piuttosto che povera. In altre parole, su una cultura culinaria dove si presti attenzione all’economia complessiva di quel che si mangia, tenendo conto non solo del costo monetario immediato, ma anche dei costi globali e degli aspetti salutistici. Questo concetto costituisce uno degli argomenti che tratto nel mio libro di cucina frugale, La cucina salvatempo, e in tutti i libri che ho scritto con Patrizia Garzena.